venerdì, luglio 25, 2008

Cronologia palestinese

Versione 1.5
Status: 22.2.09
Sommario: Anni 1789 - 1812 - 1833 - 1834 - 1835 - 1836 - 1844 - 1856 - 1860- 1862 - 1867 - 1870 - 1871 - 1875 - 1878 - 1881 - 1882: Giugno: 30; Luglio; Settembre; Ottobre; Dicembre: 31 - 1884: Febbraio: 26; - 1886: Marzo: 29; 1888: Febbraio: 23; - 1890: Giugno: 24; - 1891 - 1892 - 1893 - 1895: Giugno; - 1896: Febbraio; - 1897: Gennaio: 3; Agosto: 29; Settembre: 3; 1898: Agosto: 28, 30, 31; - 1899: Marzo: 1; - 1901 - 1902: Settembre; - 1903: Maggio: 20; - 1904 - 1905: Aprile; Luglio - 1906: Ottobre; - 1922: Luglio: 24; Settembre: 1; - 1947 - 1948 - 1967 - 1980 - 2000: Luglio -

Le vicende connesse al conflitto principale della nostra epoca, il conflitto medio-orientale, ha le sue radici lontane nel tempo ed una complessità tale da richiedere la costruzione di un’accurata Cronologia che non sarà qui una meccanica raccolta di dati già disponibili altrove, ma uno sviluppo organico di connessioni e riscontri. In tal modo questa Cronologia sarà qualcosa di originale e di complementare alle “Ricerce Correlate” di cui sono dati i links.

Elenco delle Fonti internet o cartacee utilizzate:
1. Obama in Israele: articolo di giornale.
2. Dal movimento sionista a Israele.
3. Proud to be.
4. Sionismo.
5. Morin: Riferimenti cronologici, in Il mondo moderno, cit., 123-29.
6. Tony Judt: Dopoguerra. Come è cambiata L’Europa dal 1945 a oggi, Milano, ed. Mondolibri, 2008.


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1789

• Rivoluzione francese. Gli ebrei sono cittadini della nazione francese. (Fonte5)

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1812

• Gli ebrei sono cittadini della nazione prussiana. (Fonte5)

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1833

• 1833-1841 – Gli ebrei sono cittadini della nazione Inghilterra. (Fonte5)

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1834

• Gli ebrei sono cittadini della nazione Paesi Bassi. (Fonte5)

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1835

• Gli ebrei sono cittadini della nazione Svezia. (Fonte 5)

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1836

• «In una lettera indirizzata ad un componente della famiglia Rothschild da Berlino, il rabbino polacco Zvi Hirsch Kalischer scrive: “L’inizio della redenzione giungerà attraverso cause naturali grazie agli sforzi umani e alla volontà dei governi di riunire i dispersi di Israele nella Terra Santa”». (Fonte4)

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1844

• Karl Marx (1818-1883) pubblica negli Annali franco-tedeschi il suo testo sulla Questione ebraica. (Fonte 5).

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1856

• Gli ebrei sono cittadini della nazione Svizzera. (Fonte5)

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1860

• Gli ebrei sono cittadini del granducato di Baden. (Fonte5)

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1862

• «A Posen, il rabbino Zvi Hirsch Kalischer pubblica il libro intitolato “Drishat Sion” (“Cercando Sion”), a cura della Società per la colonizzazione della Palestina, fondata da Chaim Lorje. Nel libro, che esce a Francoforte sul Meno, il rabbino afferma che è giunto il momento per gli ebrei di fare ritorno in Palestina, iniziando a crearvi delle colonie agricole». (Fonte4)

• «Il giornalista Moses Hess, ebreo tedesco, scrive il libro “Roma e Gerusalemme”, nel quale afferma la necessità per gli ebrei di ritornare nella “Terra promessa” per rifondarvi uno Stato ebraico. E’ considerato il testo base del sionismo». (Fonte4)

• Creazione dell’Alleanza israelita universale. (Fonte 5)

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1867

• Gli ebrei sono cittadini dell’Impero austriaco. (Fonte5)



• «Su invito del rabbino Zvi Hirsch Kalischer, l’Alliance israélite universelle fonda una colonia-scuola agricola a Giaffa (Palestina) chiamata Mikvé Israele (“Speranza d’Israele”)» (Fonte4).


• Gli ebrei sono cittadini della Germania unificata. (Fonte5)


• «All’incirca nel 1875 compare il termine antisemita». (Fonte5). Così almeno dice Morin.


• «Trattato di Berlino; emancipazione degli ebrei in Serbia, Montenegro, Bulgaria» (Fonte5).
• Prima colonia sionista in Palestina: Petah Tikva.


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1881

• «In Palestina, è presente una popolazione di 457 mila persone: 400 mila arabi mussulmani, 13-20 mila ebrei, 42 mila cristiani, in gran parte greco-ortodossi». (Fonte4)
• «Massacro degli ebrei in Russia» (Fonte5).
• 1881-1914 - «Immigrazione a New York di popolazioni ebree che fuggono dalla Russia e dalla Polonia». (Fonte5)



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1882

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Giugno

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30

30 giugno 1882 - «A Karkov (Russia), 14 membri del Bet Ya’akov Ve-Nelkah (Bilu, “Casa di Giacobbe, vieni camminiamo”) partono in direzione della Palestina». (Fonte4)

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Luglio

• 25.000 immigranti ebrei, provenienti soprattutto dall’Europa dell’Est, si insediano in Palestina (Pappe, 345).
Luglio 1882 - «A Gerusalemme, Ben-Yehuda, che vi si era insediato nel mese di settembre del 1881, scrive a Perez Smolenskin, a Vienna: “Quel che dobbiamo fare ora è rafforzarci il più possibile, conquistare il paese di nascosto, a poco a poco... Possiamo riuscirci solo di soppiatto senza rumore... Non creeremo comitati, perché gli arabi capirebbero subito le nostre intenzioni, ma silenziosi come spie, compreremo, compreremo, compreremo”». (Fonte4)


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Settembre

Settembre 1882 - «A Berlino, Leo Pinsker, ebreo di Odessa, pubblica in forma anonima un pamphlet dal titolo “Autoemancipazione: un avvertimento al suo popolo da un ebreo russo”. Nel testo, chiede per gli ebrei una patria da costruire in un “territorio qualunque”, non necessariamente la Palestina». (Fonte4)

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Ottobre

Ottobre 1882 - «Pen-Yehuda e Yehiel Michal Pines, dalla Palestina, scrivono a Rashi Pin, a Vilnius: “Lo scopo è risuscitare la nostra nazione nella sua terra… se solo riusciremo ad accrescere il nostro numero qui fino ad essere la maggioranza… Ora come ora, ci sono solo circa cinquecento (mila) arabi, non particolarmente temibili e ai quali sottrarremo facilmente il controllo del paese giocando d’astuzia (e) senza attirarci la loro ostilità prima di esser diventati i più forti e i più numerosi”». (Fonte4)

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Dicembre

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31

31 dicembre dicembre - «In Palestina, sono presenti 24 mila ebrei su una popolazione di circa 600 mila abitanti, dei quali 70 mila arabi cristiani». (Fonte4)



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1884

1884: Febbraio: 26; - 1888: Febbraio: 23; 1922: Luglio: 24; Settembre: 1; - 1947 - 1967 - 1980 - 2000: Luglio -

• «A Kattowitz, nell’Alta Slesia, si svolge una conferenza di Chabatt Zion (“Amore per Sion”), alla quale prendono parte 36 delegati, che eleggono presidente Leo Pinsker». (Fonte4)

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Febbraio


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26

26 febbraio 1884 - «A Berlino, si chiude la conferenza aperta nel novembre 1884 cui hanno partecipato le potenze imperialiste (Inghilterra, Francia, Belgio, Stati uniti, Germania, Austria-Ungheria, Spagna, Portogallo, Danimarca, Olanda, Svezia, Norvegia, Russia, Turchia), con la sottoscrizione di un ‘Atto generale’ che sancisce il comune intento di spartirsi le conquiste coloniali. Fra le dichiarazioni spicca il reciproco riconoscimento del diritto di conquista, così espresso: “Non si possono occupare che terre non appartenenti ad alcuno e abitate da tribù barbare”, comportante il mero obbligo di notificare alle altre nazioni firmatarie l’avvenuta occupazione delle terre stesse. L'accordo salterà per l’inasprirsi dei conflitti che porteranno alla Grande Guerra tramandando peraltro il principio colonialista della ‘terra di nessuno’ e/o ‘abitata da barbari’, foriero della tragedia palestinese, fra le altre». (Fonte3)

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1886

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Marzo

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29

29 marzo 1886 - «In Palestina, dopo che gli ebrei residenti nell’insediamento di Petech Tiqvah avevano sequestrato 9 muli, appartenenti a cittadini arabi, sorpresi a brucare nei loro campi, 50-60 arabi attaccano l’insediamento danneggiando i campi, le abitazioni e ferendo 4 ebrei, portandosi inoltre appresso tutto il bestiame. È il primo scontro di rilievo ». (Fonte4)

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1888
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Febbraio

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23

23 febbraio 1888 - «Replicando ai governi britannico e francese, che premono per l’abrogazione dei limiti posti dall’amministrazione imperiale all’ingresso di ebrei in Palestina, il ministro degli Esteri ottomano afferma: “Tutti sanno che, quando gli ebrei furono espulsi da diverse parti dell’Europa, trovarono asilo, sicurezza e piena libertà di coscienza in Turchia. Ancora oggi, un grande numero di ebrei vengono a trovare rifugio sul suolo ottomano…Tranne che in Palestina gli ebrei sono in effetti liberi di stabilirsi nell’Impero e di esercitare le loro attività senza alcun ostacolo”. Il limite della Palestina – spiega il ministro- è dovuto al fatto che “le risorse di quel territorio non sarebbero bastanti ai bisogni di una popolazione più numerosa”. I magnati ebrei, fra i quali il barone Rotschild, appoggiati dai governi europei, non tengono in conto le disposizioni limitative, spesso disattese dalle stesse autorità in cambio di “regali”, e continuano a promuovere attività a sostegno dei migranti, delle quali si trova traccia già alla metà del secolo e, più massicciamente, dal 1882». (Fonte)

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1890

• A Mosca, il governo concede a “Chabatt Zion” il riconoscimento giuridico.

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1891

• Dal barone tedesco Maurice de Hirsch è fondata a Londra la Jewish Colonization Association (Jca), finalizzata ad assorbire gradatamente le attività a sostegno dei coloni ebrei in Palestina».

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1896

• L’Associazione per la Colonizzazione inizia le sue operazioni in Palestina.
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Febbraio

• Febbraio 1896 - «A Vienna, il leader sionista Theodore Herzl pubblica il saggio- manifesto “Lo Stato degli ebrei”, nel quale scrive testualmente: “Se Sua maestà il Sultano ci desse la Palestina, noi /i sionisti NdR/ potremmo farci carico di assestare completamente le finanze della Turchia. Per l'Europa, costituiremmo un baluardo contro l'Asia, saremmo la sentinella avanzata della civiltà contro la barbarie” , motivo per il quale “l'Europa dovrebbe garantire la nostra esistenza”. Il diario di Herzl, che sarà pubblicato a New York nel 1960 sotto il titolo “The complete Diaries of T. Herzl”, riprende significativamente la formula berlinese (v. nota 26 febbraio 1885) “una terra senza popolo per un popolo senza terra”, cancellando anticipatamente il popolo palestinese. Vi si legge fra l'altro: “Per prima cosa i sionisti dovranno procurarsi terre arabe in quantità sufficiente…La popolazione araba sarebbe giusto adatta per servire ai bisogni coloniali degli ebrei” e più in là “Dovremo sforzarci di espellere le popolazioni povere, cercando per loro un lavoro nei paesi di transito e negando loro lavoro nel nostro paese. Il processo di espropriazione e trasferimento dei poveri deve essere realizzato con discrezione e circospezione”». (Fonte2)

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1897

• Il Congresso sionista richiede una terra per il popolo ebraico in Palestina.
• Un pamphplet del fondatore del socialismo sionista, Nahman Syrkin, sostiene che la Palestina “deve essere evacuata per gli ebrei” (Pappe).
• Il primo Congresso sionista in Svizzerra istituisce l’Associazione Sionista Mondiale (WZO) e presenta una petizione per “una casa per il popolo ebraico in Palestina” (Pappe).
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1922


• «La Palestina è stata fondata dalla Società delle Nazioni nel 1922 che, nella conferenza di San Remo tenutasi il 26 aprile 1920, assegnò alla Gran Bretagna il governatorato della stessa, considerando che furono gli inglesi di Allenby a conquistarla. Prima di ciò, la Palestina fece parte dell’impero ottomano per più di 400 anni. Dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale l’impero in questione fu smembrato in quello che oggi è il moderno Medioriente». (Fonte3) «La Società delle Nazioni ufficializza il Mandato inglese sulla Palestina, richiamando esplicitamente la Dichiarazione Balfour. Ne è esclusa la Transgiordania.» (Fonte2)


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Luglio


Luglio 1922 - «È pubblicizzato il primo Libro bianco britannico, sottoscritto da Winston Churchill, sulla situazione delle comunità araba ed ebraica. Circa quest’ultima si scrive che la immigrazione ebraica in Palestina troverà limiti nella “capacità economica del paese di assorbire i nuovi arrivati”». (Fonte3)
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24

24 luglio 1922 - «La Società delle Nazioni ufficializza il Mandato inglese sulla Palestina, richiamando esplicitamente la Dichiarazione Balfour. Ne è esclusa la Transgiordania». (Fonte2)

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Settembre

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1

1 settembre 1922 - «È costituito l’emirato di Transgiordania, a capo del quale è posto Abdallah, figlio dello sceriffo Hussein. Uno stato creato a tavolino, rispondente agli scopi della dominazione britannica sulla regione mediorientale e, fra questi, il controllo della Palestina». (Fonte2)

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1933

24 marzo 1933 -L’inglese “The Daily Express” pubblica questa titolo: Judea Declares War on Germany. Jews of All the World Unite in Action: La Giudea dichiara guerra alla Germania. Ebrei di tutto il mondo uniti nell’azione. (Fonte).

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1947

1884: Febbraio: 26; - 1888: Febbraio: 23; 1922: Luglio: 24; Settembre: 1; - 1947 - 1967 - 1980 - 2000: Luglio -

• «Il nodo irrisolto. La risoluzione dell’Onu del 1947, respinta dagli arabi, prevedeva la creazione in Palestina di due Stati, uno ebraico e uno palestinese. Per Gerusalemme veniva stabilito uno status di corpo separato. Al termine del primo conflitto arabo-israeliano, la città restò divisa in due: il settore ovest in mano israeliana, quello est, dove si trovano i principali luoghi santi delle tre religioni monoteiste, in mano giordana». (Fonte1)

15 maggio 1947 - All’ONU l’Assemblea Generale dispose la creazione di unn Comitato Speciale sulla Palestina, detto UNSCOP, per redigere un rapporto sulla Questione della Palestina da sottoporre alla successiva sessione.

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1948

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Gennaio

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12
12 gennaio 1948 - Solomon Mikhoels, principale artefice del Comitato ebraico antifascista e figura di spicco nel teatro yiddish russo e «nazionalista borghese ebreo», fu assassinato il 12 gennaio 1948 (Judt, 228, 233). «La mattina del 13 gennaio del 1948, un gruppo di operai rinvenne in una strada di Minsk in Bielorussia il cadavere di Solomon Mikhoels, il celebre attore e direttore del Teatro Yiddish di Mosca, presidente del Comitato antifascista ebraico, pilastro della resistenza contro l’invasione tedesca nella seconda guerra mondiale, amico di Albert Einstein e del grande basso americano Paul Robeson. L’evento destò scalpore in tutto il mondo. Stalin ordinò accertamenti sulla causa della morte - un investimento stradale, fu il responso - ed esequie di Stato in onore del defunto. Ma documenti segreti declassificati di recente dal Cremlino dimostrano che Mikhoels fu assassinato dal Kgb, la polizia politica sovietica, su ordine del dittatore, e che il suo omicidio segnò l’inizio della persecuzione degli ebrei nell’Urss. Persecuzione che sfociò nella esecuzione dei loro più influenti intellettuali alla Lubianka, il famigerato penitenziario moscovita, il 12 agosto del ’52, “la notte della strage dei poeti”. Su questo oscuro capitolo della storia sovietica hanno scritto un libro sconvolgente lo storico americano Joshua Rubenstein, dirigente di Amnesty international, e uno studioso russo Vladimir Naumov, segretario della Commissione presidenziale per la riabilitazione delle vittime politiche a Mosca. Il libro, pubblicato dalla Yale university press e il Museo dell’Olocausto (527 pagine 35 dollari), s’intitola Il pogrom segreto di Stalin: l’inquisizione del Comitato antifascista ebraico nel dopoguerra, e condensa i voluminosi atti del processo farsa ai compagni di Mikhoels, quindici esponenti culturali di cui soltanto uno, Linha Shtern, la prima donna accolta nell’Accademia delle scienze sovietica, fu risparmiata. I quindici, scomparsi dalla vita pubblica nel ’48, al loro arresto, vennero riabilitati segretamente nel ’55. Che negli ultimi anni di vita Stalin, morto nel ’53, fosse ossessionato “dai complotti ebrei” era piu' che noto: si diffusero voci di esecuzioni di politici, letterati e medici, di epurazioni e confini in massa. Ma il libro di Rubenstein e di Naumov ha il pregio di fornire cifre e volti al pogrom; analizzarne i motivi; e sottolineare il silenzio di alcuni comunisti occidentali - non fanno nomi di italiani - su “La notte della strage dei poeti”. Il libro illustra come Stalin, dapprima critico dell’antisemitismo (“E' la più pericolosa sopravvivenza del cannibalismo” dichiarò nel ’31), adottò una politica antisemita. Kruscev notò che lo nascose negli scritti e nei discorsi, ma che nel ’39 assicurò a Von Ribbentrop, il ministro degli Esteri tedesco, che avrebbe rimosso tutti gli ebrei dai posti di comando. Il dittatore diede il via alle epurazioni e ai confini nel ’44, quando non ebbe più bisogno di loro, facendo anche arrestare il fidanzato della figlia. Il Comitato antifascista ebraico venne fondato nel ’42, sotto la supervisione di Solomon Lozovsky [1978-1952], vice commissario agli esteri e alla stampa del Partito, che affiancò a Mikhoels due poeti famosi, Peretz Markish e Isaac Fefer. Per un paio d’anni, svolse un ruolo prezioso per lo stalinismo, denunciando le atrocità naziste nell’Urss occupata, mobilitando l’opinione pubblica interna, e procacciando fondi negli Stati Uniti per la guerra. Stalin gli concesse uno spazio senza precedenti, lasciandogli pubblicare la rivista Enykayat e mandando Mikhoels e Fefer in visita in America e in Europa per sei mesi nel ’43. Le sue future vittime strinsero rapporti con Albert Einstein, Paul Robeson, Thomas Mann, il pittore emigrato Marc Chagall, e numerosi altri, il gotha culturale euro americano. Ma quando il Comitato incominciò a raccogliere testimonianze per un Libro nero sull’Olocausto e a discutere la formazione di uno Stato ebraico sovietico in Crimea, il dittatore si allarmò. Questi ebrei - ammonì - vanno fermati. All’inizio del ’48, sulla scia dell’assassinio di Michoels e della chiusura della rivista Eynkayat, Lozovsky, Markish, Fefer e dodici compagni finirono alla Lubianka. Il settembre di quell’anno, Golda Meir guidò la prima delegazione israeliana a Mosca sollevando l’entusiasmo popolare per lo Stato d’Israele. Stalin, sostengono Rubenstein e Naumov, avvertì una minaccia sionista al suo regime. A titolo di esempio venne imbastito un processo contro i quindici. Nonostante le torture la maggioranza rifiutò di confessare. Al processo del ’52, Markish, il più ribelle dei poeti, un uomo di tremenda intelligenza e debolezza morale, incriminò gli altri. Lozovsky, che si era battuto con Lenin e Stalin contro gli zar dal 1905, si difese invece coraggiosamente; le esecuzioni ebbero luogo nei sotterranei della Lubianka. Rubenstein e Naumov rimproverano agli intellettuali ebrei europei e americani, anche non comunisti, tra cui il drammaturgo Arthur Miller e il romanziere Norman Mailer, di non essere intervenuti a favore dei quindici nel ’49, quando gli scrittori sovietici Alexander Fadeyev e Ilya Ehrenburg parteciparono alle Conferenze della pace di New York prima e di Parigi poi. Ne notarono la scomparsa, osservano, ma non pretesero risposte. E chi le ottenne, come il dirigente del Pc Usa Howard Fast, tacque per non screditare Stalin. Paul Robeson mosse un passo: al suo ultimo concerto nell’Urss, riuscì a incontrare Fefer in albergo a Mosca, rimesso a nuovo dal Kgb per l’occasione. Capì che era stato incarcerato, e al concerto cantò la canzone della rivolta del ghetto di Varsavia. Ma al rientro in America, smentì che nell’Urss vigesse l’antisemitismo. Nel ’57, dopo la rivoluzione d’Ungheria, nel libro “Il Dio nudo”, Fast ammise che se lui e Robeson avessero parlato forse i quindici sarebbero sopravvissuti.» (Ennio Caretto)

Marzo
10

10 marzo 1948. - Fu messo a punto il quarto e definitivo Piano Dalet per la pulizia etnica dei palestinesi.

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1967

1884: Febbraio: 26; - 1888: Febbraio: 23; 1922: Luglio: 24; Settembre: 1; - 1947 - 1967 - 1980 - 2000: Luglio -

• «Il nodo irrisolto. La risoluzione dell’Onu del 1947, respinta dagli arabi, prevedeva la creazione in Palestina di due Stati, uno ebraico e uno palestinese. Per Gerusalemme veniva stabilito uno status di corpo separato. Al termine del primo conflitto arabo-israeliano, la città restò divisa in due: il settore ovest in mano israeliana, quello est, dove si trovano i principali luoghi santi delle tre religioni monoteiste, in mano giordana. Nel 1967 Israele occupò anche i quartieri orientali. Quelli che i palestinesi rivendicano e che considerano capitale del futuro stato di Palestina. Nel 1980, Israele proclamò la città sua “eterna e indivisa capitale”, uno status non riconosciuto dagli altri Stati». (Fonte1)

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1978

16 aprile 1978. - Negli USA è il giorno della prima puntata del serial televisivo “Olocausto”, che poi avrà formidabili proiezione in Europa e condizioneranno il concetto stesso e la percezione del fenomeno, dovuto ad almeno tre fattori: a) l’impetuosa crescita del revisionismo storico; b) la condanna Onu nel 1975 del sionismo come “forma di razzismo e discriminazione razziale”; c) la necessità di giustificare una politica israeliana sempre più aggressiva verso i palestinesi, vere vittime di sterminio e pulizia etnica, ancora prima della seconda guerra mondiale.

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1980

• «Il nodo irrisolto. La risoluzione dell’Onu del 1947, respinta dagli arabi, prevedeva la creazione in Palestina di due Stati, uno ebraico e uno palestinese. Per Gerusalemme veniva stabilito uno status di corpo separato. Al termine del primo conflitto arabo-israeliano, la città restò divisa in due: il settore ovest in mano israeliana, quello est, dove si trovano i principali luoghi santi delle tre religioni monoteiste, in mano giordana. Nel 1967 Israele occupò anche i quartieri orientali. Quelli che i palestinesi rivendicano e che considerano capitale del futuro stato di Palestina. Nel 1980, Israele proclamò la città sua “eterna e indivisa capitale”, uno status non riconosciuto dagli altri Stati». (Fonte1)

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2000

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Luglio

1884: Febbraio: 26; - 1888: Febbraio: 23; 1922: Luglio: 24; Settembre: 1; - 1947 - 1967 - 1980 - 2000: Luglio -

Luglio 2000 - «“Gerusalemme capitale di Israele”. Proprio questo fu uno dei grandi ostacoli che fece fallire gli accordi del luglio del 2000 fa a Camp David, nel Maryland, svolti con la mediazione dell’ultimo presidente democratico Bill Clinton. I protagonisti allora erano l’ex premier israeliano Ehud Barak e lo storico leader palestinese Yasser Arafat. Sul futuro di Gerusalemme il senatore dell’Illinois ha però precisato: “Quello di capitale è uno status finale che dovrà essere deciso dai negoziati e in accordo con i palestinesi”. La comunità internazionale, inclusi gli Usa, non riconosce la rivendicazione israeliana di Gerusalemme come sua eterna e indivisa capitale”. Nei confronti dei palestinesi, Obama apre all’Anp e chiude ad Hamas. Poco prima di arrivare a Sderot, era a Ramallah, dove ha garantito al presidente Abu Mazen che se verrà eletto sarà “un attore importante” nel processo di pace per il Medio Oriente.» (Fonte1)