I nostri politici recitano abitualmente la favoletta della libertà che si deve concedere alla Chiesa, ovvero al Papa, alla Curia, alla CEI, di poter dire la loro, specialmente in materia di Fede e di visione pastorale della vita secondo il Santo e Alto Magistero proprio della Chiesa. In realtà, nessuna attenta a questa libertà che dovrebbe essere riconosciuta ad ognuno. Non vi è occasione in cui non vengano riportate per televisione ogni più piccola insignificante dichiarazione del papa e dei vescovi. In pratica, assistiamo ad una continua pervasiva propaganda religiosa. Altro è consentire l'epsressione nelle chiese e nei luoghi di culto, altro riportare come fosse una “notizia” le stesse dichiarazioni a milioni e milioni di cittadini. Si tratta propriamente di “propaganda”, che chiunque altro dovrebbe pagare a peso d'oro e che è invece concessa gratuitamente alla chiesa cattolica insieme ad altri infiniti privilegi. Ma non è lontano il tempo in cui la chiesa negava agli altri quella libertà che oggi pretende per sé e di cui si lamenta per non averne abbastanza.
Riporto questo brano dalla mia abituale fonte, cioè Peter De Rosa:
«Negli archivi del Foreign Office di Londra si trova una lettera datata 15 febbraio 1865, che reca la dicitura “Confidenziale”; è di Odo Russel, rappresentante del governo britannico in Vaticano, che vi riportava ciò che gli aveva detto il papa in un’udienza: “Quella libertà di coscienza e quella tolleranza che condanno qui (Roma), la esigo per la Chiesa Cattolica in Inghilterra ed in altre nazioni straniere”. Pio IX si preoccupava soltanto di un giudizio politico: la Chiesa sarebbe stata avvantaggiata o svantaggiata dal fatto di rifiutare agli altri la libertà che richiedeva per sé?» (Vicari di Cristo, cit., p. 26).La libertà nel senso in cui noi abitualemente la intendiamo è sempre stata estranea all'essenza del cattolicesimo in tutto il corso della sua storia. Per negarla non ha esitato alle più efferrate stragi, alla pratica della tortura e ad ogni possibile mezzo. I suoi servili politici in Parlamento dimostrano un’incredibile faccia tosta ed un'imperdonabile ignoranza, quando si lamentano che ai loro vescovi-padroni o committenti venga negata una libertà che eguale non riescono neppure ad immaginare per gli altri.
Pio IX fu il papa che nel 1870 proclamò l'infallibilità papale e dopo quattro secoli ribaltò il rapporto con il Concilio di Costanza. Non il Concilio sta al di sopra del Papa, ma il Concilio è subordinato al papa.
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