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Sommario: Premessa. - 1. Introduzione. – 2. Cronologia.
Gianni Locchi
Sono i palestinesi i veri ebrei.
Ed. «Il Quadrifoglio»,
Livorno (luglio 2008)
Traduzione dal francese: “Quel Juifs?», Paris, 2005.
Proprietà letteraria riservata:
Gianni Locchi.
Gianni Locchi.
Sommario: Premessa. - 1. Introduzione. – 2. Cronologia.
Poco dopo l’attacco diffamatorio a mezzo stampa, avviato da un articolo di Repubblica del 22 ottobre 2009, e seguito da tutti gli altri media, mi trovai esposto per un verso ad attestazioni di ostilità, anche gravi, con perdita di alcuni “amici”, evidentemente non tali, ma anche a maggiori attestazioni di stima e solidarietà da parte di persone che neppure conoscevo. Tutto sommato, il saldo è stato di gran lunga positivo, e spero che dopo una prima rapida “assoluzione”, per inesistenza del fatto e del diritto, da parte del Collegio di Disciplina del Consiglio Universitario Nazionale, nel gennaio 2010, di cui gli stessi media ignobilmente non avevano voluto dar notizia, e la più recente sentenza di merito del Tribunale di Roma del 5 febbraio 2018, gli stessi giornalisti dediti come loro professione abituale alla diffamazione, mi lascino in pace e non disturbino la quiete della mia vita privata e dei miei studi. In quei giorni ricevetti anche l'agile libretto di Gianno Locchi, di cui francamente - nell'agitazione e pressione di quei mesi - non ricordo se telefonai per ringraziarlo, e per dare il richiesto parere. Solo negli ultimi mesi quel libro, insieme alla lettera in esso contenuta, è venuto fuori dalla mia biblioteca. Purtroppo, a quel numero di telefono non risponde più nessuno e non ho ricevuto risposta alla mia lettera di ringraziamento. Penso di fare cosa gradita all’Autore nel ripubblicare nei miei blogs, non l'editing che mi è proprio, quel suo testo, che mi è utile per ribattere nella rete a interlocutori spesso in malafede.
Introduzione
Dopo essere stati perseguitati durante tanti secoli, gli ebrei si ritrovano ora, in Palestina, a far la parte dei persecutori nei confronti dei palestinesi musulmani, a causa della loro schiacciante superiorità organizzativa e scientifica. La situazione d’instabilità che ne consegue in quel punto nevralgico del mondo, induce qualcuno a domandarsi fino a che punto gli Ebrei hanno il diritto di imporre la loro legge in Palestina. Due movimenti di pensiero si affrontano presso gli stessi ebrei e nell’apprezzamento degli altri popoli a diverso titolo interessati.
Secondo la corrente prevalente gli ebrei di oggi sarebbero i discendenti degli antichi ebrei: questa discendenza, attraverso i secoli, non sarebbe mai stata compromessa da apporti di altre popolazioni suscettibili di inquinare l’identità del popolo ebreo. Questo movimento propugna la tesi secondo cui la Palestina appartiene di diritto agli ebrei di oggi per il fatto d’avere appartenuto ai loro antenati, fino a poco meno di due mila anni fa.
Secondo un’altra corrente di pensiero gli odierni ebrei costituirebbero piuttosto, nel loro insieme, un popolo caratterizzato da proprie tradizioni, cultura e legami di sangue, ma questi ultimi sarebbero del tutto indipendenti da una qualunque relazione di natura etnica con gli antichi abitanti d’Israele. L’occupazione della Palestina da parte del mondo giudaico sarebbe allora legittimata piuttosto dall’esigenza di salvaguardare la memoria ed il patrimonio culturale giudaico, esposti al rischio d’abbandono e di perdita definitiva.
La prima teoria, che chiameremo etnica, o sionista, resta la teoria dominante, tanto presso gli ebrei che presso gli altri popoli. Malgrado l’enormità d’una tale credenza, pochi sono stati gli storici che hanno osato contestarla. Tale situazione ha confortato gli ebrei in generale nel loro orgoglio di far parte del popolo eletto, e quindi nella loro pretesa di superiorità. È facile a questo punto immaginare le reazioni violente di tanti stranieri ad una tale attitudine, sia per una certa insofferenza all’idea di un’ingiustizia divina, che semplicemente per gelosia o interesse. Ne sono derivate tante lotte, guerre e persecuzioni da far vergogna all’intera umanità, in particolare al cosiddetto mondo occidentale.
Ora, lo scopo di questo saggio è di mostrare come un’attenta lettura degli autori che hanno scritto su questa materia, rigorosamente limitata alle opere storiche, permetta di concludere al’’infondatezza della teoria dominante. Non intende assolutamente criticare il diritto degli Ebrei di vivere in Palestina. Infatti, contro l’opinione dei citati movimenti di pensiero, che non riescono a sottrarsi al pregiudizio che ogni diritto umano debba essere basato su un ordine divino, questo diritto non è fondato sulle origini ipotetiche degli ebrei né sull’alleanza mitologica tra Abramo e Dio; è fondato sulla legislazione internazionale, e precisamente sulla decisione presa dalle Nazioni Unite nel 1947 di dividere la Palestina, una volta provincia turca, allora territorio sotto mandato britannico, in uno stato arabo ed uno stato ebreo. Qualunque siano le origini razziali dei cittadini d’Israele e qualunque siano le illusioni che nutrono in proposito, il loro Stato esiste ‘de iure et de facto’ ed è impossibile sopprimerlo, se non attraverso un genocidio (1).
Tuttavia la teoria etnica ha avuto, nel corso dell’ultimo secolo, un tale impatto sull’opinione pubblica mondiale che la maggioranza delle persone non solo credono che il fatto di una discendenza ebrea dagli antichi israeliti sia incontestabile, ma non immaginano neanche che sia già stata contestata. L’opinione pubblica ignora, per esempio, che nel 1944, A.N. Poliak, professore di storia ebraica del Medioevo all’università del Tel Aviv, avanzava già il dubbio nella prima edizione di ‘Kazaria’: «Da qualunque parte si consideri, secondo il nuovo approccio, tanto il problema delle relazioni tra il giudaismo kazaro e le altre comunità ebraiche che il problema di sapere in quale misura si può guardare a questo giudaismo kazaro come al fulcro dei grandi stabilimenti ebrei in Europa orientale ... i discendenti di questi stabilimenti, quelli che sono rimasti sul posto, quelli che sono emigrati negli Stati Uniti ed in altri paesi, e quelli che sono andati in Israele, costituiscono oggi la grande maggioranza degli ebrei del mondo intero» (2).
In ossequio ad un’esigenza d’ordine semantico utilizzeremo la parola ‘giudeo’ in senso religioso, cioè nel senso di seguace della religione giudaica, e la parola ‘ebreo’ con valore contingente ed estemporaneo, nel senso di membro formalmente appartenente ad una comunità organizzata in funzione dei riti e delle tradizioni della religione giudaica. Lo scopo è di evitare l’equivoco per cui l’ebreo è tanto il credente che il membro di una popolazione data. Per esempio, un italiano è cristiano o protestante, ma, trattandosi di un ebreo, si sente comunemente dire un ebreo italiano piuttosto che un italiano ebreo, come se l’appartenenza alla religione giudaica e solo a questa, conferisse automaticamente ai suoi fedeli una qualifica istituzionale, d’ordine profano. Una tale equivoco è suscettibile di compromettere l’obiettività dello studio.
Utilizzeremo inoltre la denominazione ‘Palestina’ al posto di ‘Israele’, seguendo la terminologia generalmente applicata dal 135 al 1947 dopo Cristo, cioè durante il periodo che più particolarmente concerne il presente saggio.
Con questo studio cercheremo dunque di fare il punto sulle conclusioni degli scrittori che si sono interessati alla questione secondo un approccio scientifico, capace di prescindere dalle ‘verità’ rivelate o frutto della tradizione. In particolare faremo nostri gli interrogativi fondamentali che sono stati proposti concernenti il fenomeno del proselitismo giudaico, dovunque ed in qualunque epoca si sia manifestato, e le sue conseguenze sul numero totale dei convertiti, in particolare gli incredibili incrementi della popolazione di fede giudaica rispetto alle vicende demografiche del resto dell ‘umanità, in certi e ben determinati periodi storici (3). Sottolineeremo l’influenza che il Talmud ha avuto nella creazione della moderna dottrina giudaica, col fatto di rifiutare le conversioni, nonché di avere collegato l’identità ebraica alla filiazione da una madre giudaica. Valuteremo infine i rapporti tra il giudaismo talmudico e le sette giudaiche di genesi diversa, come i samaritani ed i karaiti.
La Cronologia degli avvenimenti presi in considerazione in questo studio è essenziale per comprendere le conclusioni che seguiranno.
Avanti Gesù Cristo
587 - Deportazione a Babilonia di un certo numero di Ebrei (quattromila
sei cento, secondo il profeta Geremia).
331 - Inizio della diaspora ebraica. Alessandro il Grande fonda Alessandria.
Molti Ebrei lasciano la Palestina, per stabilirsi soprattutto ad
Alessandria.
29 - Inizio dell ‘impero romano. In circa trenta anni i giudei della diaspora
passano da alcune decine di migliaia a circa tre milioni (4). La
popolazione della Palestina, durante il periodo della dominazione romana,
oscilla tra un milione e un milione e mezzo di anime, dei quali una
buona metà é composta da giudei (5).
Dopo Gesù Cristo
70 - Prima guerra giudaico-romana. Distruzione del Tempio di Gerusalemme
ad opera di Tito. Rabban Johanan ben Zakkal ottiene da Tito
il permesso di rifugiarsi a J arnnia e di fondare la scuola rabbini ca. I
giudei viventi fuori della Palestina sono diventati sei milioni (6).
80 circa - Inizio dell’ era cristiana. I giudei viventi fuori della Palestina
sono ormai otto milioni (7).
135 - Ribellione di Bar Kokheba. Distruzione di Gerusalemme. Inizio
della Seconda diaspora ebraica. Redazione del Talmud palestinese,
che occuperà i redattori fino all ‘inizio del VO secolo. La redazione del
Talmud babilonese richiederà un periodo più lungo, fmo alla fme del
secolo.
313 -Accordi di Milano tra Costantino e Licinio. La religione cristiana
diventa ‘religio licita’. Secondo l’Enciclopedia Microsoft Encarta
(E.M.E), la maggior parte dei giudei della Palestina si convertono al
cristianesimo.
325 - Concilio di Nicea. L’arianesimo è dichiarato eretico, ma, per il
momento, senza conseguenze.
380 (28 Febbraio) - Teodosio promulga a Salonicco un editto col quale
impone a tutti i sudditi dell ‘impero di aderire alla fede dei vescovi di
Roma e di Alessandria, cioè alla fede cristiana trinitaria. L’editto imperiale
ne precisa anche i termini: ”noi Cl ‘imperatore n. d. a) crediamo
nell ‘unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, aventi una
uguale maestà nella misericordiosa Trinità” (8). TI giudaismo è classificato
dall’imperatore tra le sette cristiane eretiche, insieme all’ arianesimo,
destinate quindi ad essere estirpate. Persecuzioni dei giudei e degli
anaru.
638 - Il Califfo Ornar si impossessa di Gerusalemme. A questa epoca
il numero dei giudei nel mondo, si aggira intorno ai due cento cinquantamila.
711 - Tarik sbarca a Gibilterra alla testa di settemila uomini. La Spagna
si converte all’islam.
740 - Il re Bulan si converte al giudaismo, imitato da gran parte della
popolazione Kazara (9).
750 -La popolazione dei giudei di Spagna si manifesta in numero di
due cento cinquantamila, raddoppiando il numero dei giudei nel mondo
(lO).
- 750, circa- Inizio delle persecuzioni dei giudei sotto i califfi Ommeyade.
950, circa - Il rabbino Hardai-ibn-Shaprut impone ai giudei di Spagna
un’ organizzazione basata sulla legge talmudica.
965 - I Kazari giudei, vinti dai Russi, si ritirano in Crimea.
lO 16 - Il regno kazaro è sconfitto dai bizantini.
1083 - TI principe russo Yaroslav sconfigge nuovamente il regno kazaro,
che cessa d’esistere come Stato indipendente.
1099 - I crociati conquistano la Palestina e massacrano i giudei che
ancora ci vivono.
1237 - Invasione della regione kazara da parte dell ‘ Orda d’oro di
Gengis Khan. La diaspora kazara, di circa cinquecentomila fuggitivi,
raddoppia il numero dei giudei nel mondo (11).
1245 - I Kazari sono citati da Giovanni di Piano Carpini come popolo
vassallo di Gengis Khan, osservante la religione giudaica (12) .
1500 - Secondo la ‘Jewish Encyclopaedia’, all’articolo’ Statistiche’ , il
numero di giudei nel mondo ammonta, durante il XVIo secolo, a un
milione.
1650 -La Polonia conta dieci milioni di abitanti di cui cinque centomila
giudei (13). Non ci sarebbero giudei in Russia (14).
1700 - Seicentomila giudei vivono in Polonia, Ucraina e Lituania. Non
esistono giudei in Russia.
1790 - I giudei sono nove centomila in Polonia ed in Lituania e cento
cinquantamila nell ‘impero austro-ungarico (15). I primi giudei fanno la
loro apparizione in Russia, durante il Regno di Caterina II.
1793 -1795. Spartizione deIl ‘intera Polonia fra la Russia, la Prussia, et
l’Austria.
1890 -Nove milioni dei dieci milioni di giudei nel mondo vivono nell’Europa
dell ‘Est: la Russia, la Germania e l’Austria da sole accolgono
otto milioni di fedeli (16), fra i quali i russi da soli superano i cinque
milioni. 5.189.401 sono i russi che si dichiarano ebrei al censimento del
1897. L’Ucraina é la regione con la più grande comunità ebrea al mondo
con 2.148.059 fedeli (17).
Antonio Caracciolo
1.
Introduzione
Ebrei! Parola che non lascia nessuno indifferente, fonte di sentimenti estremi e contraddittori, di reticenze, di tabù ... Nome magico che ci parla di un popolo vecchio di quattromila anni, capace di difendere la propria integrità fino a diventare una leggenda! Il fatto che la storia della sua genesi non abbia ancora fatto oggetto di una esegesi approfondita non indebolisce la convinzione della maggior parte della gente di una sua nobiltà etnica. Gli avvenimenti tragici che hanno sopportato i seguaci della fede giudaica, invece di spingere gli studiosi ad impegnarsi in un esame serio delle cause storiche, hanno semplicemente rinforzato la credenza in un popolo diverso e quasi sovrumano. Il fascino del mito seduce ben più dell’ermeneutica la più rigorosa, una fiaba per adulti tiene oramai il posto della verità scientifica. Cercheremo dunque di riesaminare la situazione a prescindere dal mito e dalla tradizione. Alla base delle persecuzioni che gli ebrei hanno dovuto sopportare vi è certamente un malinteso religioso, che considera gli ebrei responsabili della morte di Gesù. Esiste anche, in modo abbastanza evidente, la gelosia della gente comune ed in particolare degli spiriti infingardi nei confronti di questo popolo che si considera l'eletto da Dio; tanto più che i suoi membri riescono tanto spesso ad ottenere dei successi ed a realizzarsi personalmente.
Dopo essere stati perseguitati durante tanti secoli, gli ebrei si ritrovano ora, in Palestina, a far la parte dei persecutori nei confronti dei palestinesi musulmani, a causa della loro schiacciante superiorità organizzativa e scientifica. La situazione d’instabilità che ne consegue in quel punto nevralgico del mondo, induce qualcuno a domandarsi fino a che punto gli Ebrei hanno il diritto di imporre la loro legge in Palestina. Due movimenti di pensiero si affrontano presso gli stessi ebrei e nell’apprezzamento degli altri popoli a diverso titolo interessati.
Secondo la corrente prevalente gli ebrei di oggi sarebbero i discendenti degli antichi ebrei: questa discendenza, attraverso i secoli, non sarebbe mai stata compromessa da apporti di altre popolazioni suscettibili di inquinare l’identità del popolo ebreo. Questo movimento propugna la tesi secondo cui la Palestina appartiene di diritto agli ebrei di oggi per il fatto d’avere appartenuto ai loro antenati, fino a poco meno di due mila anni fa.
Secondo un’altra corrente di pensiero gli odierni ebrei costituirebbero piuttosto, nel loro insieme, un popolo caratterizzato da proprie tradizioni, cultura e legami di sangue, ma questi ultimi sarebbero del tutto indipendenti da una qualunque relazione di natura etnica con gli antichi abitanti d’Israele. L’occupazione della Palestina da parte del mondo giudaico sarebbe allora legittimata piuttosto dall’esigenza di salvaguardare la memoria ed il patrimonio culturale giudaico, esposti al rischio d’abbandono e di perdita definitiva.
La prima teoria, che chiameremo etnica, o sionista, resta la teoria dominante, tanto presso gli ebrei che presso gli altri popoli. Malgrado l’enormità d’una tale credenza, pochi sono stati gli storici che hanno osato contestarla. Tale situazione ha confortato gli ebrei in generale nel loro orgoglio di far parte del popolo eletto, e quindi nella loro pretesa di superiorità. È facile a questo punto immaginare le reazioni violente di tanti stranieri ad una tale attitudine, sia per una certa insofferenza all’idea di un’ingiustizia divina, che semplicemente per gelosia o interesse. Ne sono derivate tante lotte, guerre e persecuzioni da far vergogna all’intera umanità, in particolare al cosiddetto mondo occidentale.
Ora, lo scopo di questo saggio è di mostrare come un’attenta lettura degli autori che hanno scritto su questa materia, rigorosamente limitata alle opere storiche, permetta di concludere al’’infondatezza della teoria dominante. Non intende assolutamente criticare il diritto degli Ebrei di vivere in Palestina. Infatti, contro l’opinione dei citati movimenti di pensiero, che non riescono a sottrarsi al pregiudizio che ogni diritto umano debba essere basato su un ordine divino, questo diritto non è fondato sulle origini ipotetiche degli ebrei né sull’alleanza mitologica tra Abramo e Dio; è fondato sulla legislazione internazionale, e precisamente sulla decisione presa dalle Nazioni Unite nel 1947 di dividere la Palestina, una volta provincia turca, allora territorio sotto mandato britannico, in uno stato arabo ed uno stato ebreo. Qualunque siano le origini razziali dei cittadini d’Israele e qualunque siano le illusioni che nutrono in proposito, il loro Stato esiste ‘de iure et de facto’ ed è impossibile sopprimerlo, se non attraverso un genocidio (1).
Tuttavia la teoria etnica ha avuto, nel corso dell’ultimo secolo, un tale impatto sull’opinione pubblica mondiale che la maggioranza delle persone non solo credono che il fatto di una discendenza ebrea dagli antichi israeliti sia incontestabile, ma non immaginano neanche che sia già stata contestata. L’opinione pubblica ignora, per esempio, che nel 1944, A.N. Poliak, professore di storia ebraica del Medioevo all’università del Tel Aviv, avanzava già il dubbio nella prima edizione di ‘Kazaria’: «Da qualunque parte si consideri, secondo il nuovo approccio, tanto il problema delle relazioni tra il giudaismo kazaro e le altre comunità ebraiche che il problema di sapere in quale misura si può guardare a questo giudaismo kazaro come al fulcro dei grandi stabilimenti ebrei in Europa orientale ... i discendenti di questi stabilimenti, quelli che sono rimasti sul posto, quelli che sono emigrati negli Stati Uniti ed in altri paesi, e quelli che sono andati in Israele, costituiscono oggi la grande maggioranza degli ebrei del mondo intero» (2).
In ossequio ad un’esigenza d’ordine semantico utilizzeremo la parola ‘giudeo’ in senso religioso, cioè nel senso di seguace della religione giudaica, e la parola ‘ebreo’ con valore contingente ed estemporaneo, nel senso di membro formalmente appartenente ad una comunità organizzata in funzione dei riti e delle tradizioni della religione giudaica. Lo scopo è di evitare l’equivoco per cui l’ebreo è tanto il credente che il membro di una popolazione data. Per esempio, un italiano è cristiano o protestante, ma, trattandosi di un ebreo, si sente comunemente dire un ebreo italiano piuttosto che un italiano ebreo, come se l’appartenenza alla religione giudaica e solo a questa, conferisse automaticamente ai suoi fedeli una qualifica istituzionale, d’ordine profano. Una tale equivoco è suscettibile di compromettere l’obiettività dello studio.
Utilizzeremo inoltre la denominazione ‘Palestina’ al posto di ‘Israele’, seguendo la terminologia generalmente applicata dal 135 al 1947 dopo Cristo, cioè durante il periodo che più particolarmente concerne il presente saggio.
Con questo studio cercheremo dunque di fare il punto sulle conclusioni degli scrittori che si sono interessati alla questione secondo un approccio scientifico, capace di prescindere dalle ‘verità’ rivelate o frutto della tradizione. In particolare faremo nostri gli interrogativi fondamentali che sono stati proposti concernenti il fenomeno del proselitismo giudaico, dovunque ed in qualunque epoca si sia manifestato, e le sue conseguenze sul numero totale dei convertiti, in particolare gli incredibili incrementi della popolazione di fede giudaica rispetto alle vicende demografiche del resto dell ‘umanità, in certi e ben determinati periodi storici (3). Sottolineeremo l’influenza che il Talmud ha avuto nella creazione della moderna dottrina giudaica, col fatto di rifiutare le conversioni, nonché di avere collegato l’identità ebraica alla filiazione da una madre giudaica. Valuteremo infine i rapporti tra il giudaismo talmudico e le sette giudaiche di genesi diversa, come i samaritani ed i karaiti.
2.
Cronologia
La Cronologia degli avvenimenti presi in considerazione in questo studio è essenziale per comprendere le conclusioni che seguiranno.
Avanti Gesù Cristo
587 - Deportazione a Babilonia di un certo numero di Ebrei (quattromila
sei cento, secondo il profeta Geremia).
331 - Inizio della diaspora ebraica. Alessandro il Grande fonda Alessandria.
Molti Ebrei lasciano la Palestina, per stabilirsi soprattutto ad
Alessandria.
29 - Inizio dell ‘impero romano. In circa trenta anni i giudei della diaspora
passano da alcune decine di migliaia a circa tre milioni (4). La
popolazione della Palestina, durante il periodo della dominazione romana,
oscilla tra un milione e un milione e mezzo di anime, dei quali una
buona metà é composta da giudei (5).
Dopo Gesù Cristo
70 - Prima guerra giudaico-romana. Distruzione del Tempio di Gerusalemme
ad opera di Tito. Rabban Johanan ben Zakkal ottiene da Tito
il permesso di rifugiarsi a J arnnia e di fondare la scuola rabbini ca. I
giudei viventi fuori della Palestina sono diventati sei milioni (6).
80 circa - Inizio dell’ era cristiana. I giudei viventi fuori della Palestina
sono ormai otto milioni (7).
135 - Ribellione di Bar Kokheba. Distruzione di Gerusalemme. Inizio
della Seconda diaspora ebraica. Redazione del Talmud palestinese,
che occuperà i redattori fino all ‘inizio del VO secolo. La redazione del
Talmud babilonese richiederà un periodo più lungo, fmo alla fme del
secolo.
313 -Accordi di Milano tra Costantino e Licinio. La religione cristiana
diventa ‘religio licita’. Secondo l’Enciclopedia Microsoft Encarta
(E.M.E), la maggior parte dei giudei della Palestina si convertono al
cristianesimo.
325 - Concilio di Nicea. L’arianesimo è dichiarato eretico, ma, per il
momento, senza conseguenze.
380 (28 Febbraio) - Teodosio promulga a Salonicco un editto col quale
impone a tutti i sudditi dell ‘impero di aderire alla fede dei vescovi di
Roma e di Alessandria, cioè alla fede cristiana trinitaria. L’editto imperiale
ne precisa anche i termini: ”noi Cl ‘imperatore n. d. a) crediamo
nell ‘unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, aventi una
uguale maestà nella misericordiosa Trinità” (8). TI giudaismo è classificato
dall’imperatore tra le sette cristiane eretiche, insieme all’ arianesimo,
destinate quindi ad essere estirpate. Persecuzioni dei giudei e degli
anaru.
638 - Il Califfo Ornar si impossessa di Gerusalemme. A questa epoca
il numero dei giudei nel mondo, si aggira intorno ai due cento cinquantamila.
711 - Tarik sbarca a Gibilterra alla testa di settemila uomini. La Spagna
si converte all’islam.
740 - Il re Bulan si converte al giudaismo, imitato da gran parte della
popolazione Kazara (9).
750 -La popolazione dei giudei di Spagna si manifesta in numero di
due cento cinquantamila, raddoppiando il numero dei giudei nel mondo
(lO).
- 750, circa- Inizio delle persecuzioni dei giudei sotto i califfi Ommeyade.
950, circa - Il rabbino Hardai-ibn-Shaprut impone ai giudei di Spagna
un’ organizzazione basata sulla legge talmudica.
965 - I Kazari giudei, vinti dai Russi, si ritirano in Crimea.
lO 16 - Il regno kazaro è sconfitto dai bizantini.
1083 - TI principe russo Yaroslav sconfigge nuovamente il regno kazaro,
che cessa d’esistere come Stato indipendente.
1099 - I crociati conquistano la Palestina e massacrano i giudei che
ancora ci vivono.
1237 - Invasione della regione kazara da parte dell ‘ Orda d’oro di
Gengis Khan. La diaspora kazara, di circa cinquecentomila fuggitivi,
raddoppia il numero dei giudei nel mondo (11).
1245 - I Kazari sono citati da Giovanni di Piano Carpini come popolo
vassallo di Gengis Khan, osservante la religione giudaica (12) .
1500 - Secondo la ‘Jewish Encyclopaedia’, all’articolo’ Statistiche’ , il
numero di giudei nel mondo ammonta, durante il XVIo secolo, a un
milione.
1650 -La Polonia conta dieci milioni di abitanti di cui cinque centomila
giudei (13). Non ci sarebbero giudei in Russia (14).
1700 - Seicentomila giudei vivono in Polonia, Ucraina e Lituania. Non
esistono giudei in Russia.
1790 - I giudei sono nove centomila in Polonia ed in Lituania e cento
cinquantamila nell ‘impero austro-ungarico (15). I primi giudei fanno la
loro apparizione in Russia, durante il Regno di Caterina II.
1793 -1795. Spartizione deIl ‘intera Polonia fra la Russia, la Prussia, et
l’Austria.
1890 -Nove milioni dei dieci milioni di giudei nel mondo vivono nell’Europa
dell ‘Est: la Russia, la Germania e l’Austria da sole accolgono
otto milioni di fedeli (16), fra i quali i russi da soli superano i cinque
milioni. 5.189.401 sono i russi che si dichiarano ebrei al censimento del
1897. L’Ucraina é la regione con la più grande comunità ebrea al mondo
con 2.148.059 fedeli (17).