domenica, settembre 02, 2012

Giulio Morosini: Cap. 1°: - Via della Fede mostrata a’ gli Ebrei - Frontespizio.

 B. - Prec. ↔ Succ.
Sommario Morosini.
L’opera di Giulio Morosini (1612-1687), apparsa in Roma nel 1683, è qui assunta come testo base di studio ed approfondimento di quella che noi indichiamo come “Questione giudaica” ed abbraccia un arco temporale dai primi secoli dell’era cristiana, e forse anche prima, fino alla legislazione prodotta dalla Rivoluzione francese. La “Questione giudaica” è da noi affiancata e distinta dalla “Questione ebraica” e dalla “Questione sionista”, con distinti apparati e metodologia di studio e di ricerca. Lo studio sarà corredato da un commento e da un’iconografia attinta per lo più dalla rete. Gli intenti del presente studio sono puramente scientifici e si accettano contributi e segnalazioni da qualsiasi parte essi provengano. Il testo originale è disponibile in rete, digitalizzato da Google. L’opera viene qui divisa in unità minime, corredate da links di navigazione e rinvii ipertestuali. Nel nostro editing pare opportuno agevolare la lettura del testo, per quanto possibile, rendendolo conforme all’uso odierno della lingua italiana, ad esempio sostituendo la “u” del testo con la “v”, evitando così qualcosa che ci pare particolarmente fastidioso al Lettore odierno.

VIA DELLA FEDE
mostrata a’ gli ebrei
da
Giulio Morosini Venetiano

Scrittor della Biblioteca Vaticana nella Lingua Ebraica, e Lettor
della medesima nel Collegio de Propaganda Fide

DIVISA IN TRE PARTI.

Nella Prima si pruova, che non devono osservare la Legge Mosaica, ma quella di Christo, i di cui misterij si stabiliscono.
Nella Seconda si mostrano tutte le cerimonie, e riti loro dal nascere fin al morire, per tutto il Calendario, e per quel tutto che pretendono d’osservare, e si fà veder che son piene di superstitione, e di trasgressione.
Nella Terza si palesa, che nè meno osservano i precetti del Decalogo.

Opera non men curiosa, che utile, principalmente per chi conversa, o tratta con gli Ebrei, o predica loro.

In Roma nell’Anno MDCLXXXIII
Nella Stamparia della Sacra Cong. de Prop. Fide
Con licenza de’ Superiori

Cap. 1°

Commentario

1°) Cenni biografici. –  Esiste una voce on line della JewishEncyclopedy su Giulio Morosini, il cui nome ebraico prima della sua conversione al cattolicesimo era: Samuel Ben Nahmias B. David B. Isaac B. David Ba’al Teshubah. Detta enciclopedia dovrebbe risalire al 1906, secondo quanto leggiamo nell’indicazione web. Giulio nacque in Venezia ed è interessante la traccia di un suo maestro in cose ebraiche: il rabbino Leone di Modena (1571-1648), al quale la stessa JE dedica un’ampia scheda. Nel 1649 Giulio fu presente ad una disputa fra due ebrei, di cui uno divenne cristiano. Fu in seguito a questo evento che Giulio decise la conversione al cristianesimo, che avvenne il 22 novembre dello stesso anno 1649. Padrino di battesimo fu Angelo Morosini, di cui assunse il nome. Aveva dunque 37 anni ed era nel pieno della maturità al momento della conversione, che appare del tutto libera e non imposta da fattori esterni. Nei suoi 37 anni di ebraismo aveva quindi avuto modo di acquisire una conoscenza diretta, dall’interno, di quelli che erano almeno a quell’epoca e in Venezia le strutture e i dogmi della religione di origine. Ed è esattamente ciò che a distanza di oltre tre secoli rende per noi preziosa la sua testimonianza, che si collega a quella di Eisenmenger, la cui opera – subito sequestrata e censurata – apparve nel 1700. È interessante leggere come la moglie di Giulio non seguì il marito nella conversione al cristianesimo. Giulio Morosini si trasferì quindi a Roma al tempo di Alessandro VII. Voleva diventare un frate cappuccino, ma fu dissuaso dal papa Clemente IX.

2°) Quanto ancora bruci l’azione dissolvitrice dell’“apostata” Morosini lo si può leggere, in questa recente pagina web, attinta per puro caso: «“La Rassegna Mensile di Israel”, fondata da Alfonso Pacifici e Dante Lattes nel 1925, è la più importante sede di dibattito culturale dell'ebraismo italiano. Gli oltre ottanta volumi, le rassegne, i contributi scientifici pubblicati, le migliaia di libri recensiti, fanno della rivista una fra le più longeve e autorevoli voci dell'ebraismo europeo, interrotta solo dalle leggi antiebraiche del fascismo e dai successivi eventi bellici. La prima parte di questo numero è composta da sette saggi, interamente dedicati all'ebraismo italiano. Apre il volume una nuova testimonianza, risalente alla Venezia del 1519, sull'origine e diffusione della parola "ghetto", presentata da Angelo M. Piattelli. Segue un lavoro sull'apostata Giulio Morosini, la cui micidiale opera di diffamazione è analizzata da Alessandra Levi; la figura del rabbino veronese Leone Leoni è ricostruita con pietas da Laura Graziani Secchieri. Di storia ebraica italiana tratta anche lo studio di Claudia Di Cave, che ricrea l'etimologia del termine giudaico-romanesco "peromante". Parla ancora di Roma il testo di Vega Guerrieri, all'epoca della Seconda guerra mondiale e dei suoi terribili contraccolpi sulla vita quotidiana ebraica. Elia Boccara ricrea un periodo sconosciuto della storia degli ebrei italiani in Tunisia. Infine, lo storico del folclore dell'Università dello Utah Steve Siporin, esperto di storia degli ebrei italiani, illustra il lascito letterario di Augusto Segre, che della “Rassegna Mensile di Israel” fu direttore dal 1975 al 1979 e alla cui memoria è dedicata la copertina di questo volume. La sezione Dibattito, dedicata a Israele e Diaspora, è composta da quattro contributi: Sergio Della Pergola illustra la sempre più complessa situazione demografica dello Stato d'Israele; Daniele Fiorentino traccia una breve storia della cosiddetta "simbiosi ebraico-americana", Giorgio Gomel si sofferma sulla dualità Israele-Diaspora, cercando di evidenziarne la comune matrice etica. Maurizio Molinari, infine, conclude con un accenno ottimista, paragonando Israele alla gigantesca start up “di una nuova formula di identità nazionale”.» (Fonte). Essendo la fonte di parte ebraica, cioè sospetta di parzialità, ciò aumento la nostra curiosità per un personaggio che tenteremo di estrarre dall'oblio del tempo. Confrontando la data di questo post (2012), e la data della tesi di laurea (2015) appaiono interessanti coincidenza sulla scoperta della attualità del tema oggetto di ricerca. Un primo mistero sono le pagine mancanti nell’opera a stampa.

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