lunedì, settembre 03, 2012

Q.G.-III Cap. 1°: Paolo Sebastiano Medici: Riti e costumi degli Ebrei - Frontespizi delle diverse edizioni

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Senza data ma 1737
Il nome di Paolo Sebastiano Medici (1671-1738) mi diviene noto a seguito della furiosa polemica sorta all’uscita del libro di Ariel Toaff, Pasque di sangue, la cui “colpa” era di contenere la tesi o l’ipotesi che casi di “omicidi rituali” ebraici possono esservi stati. Ricostruiremo a suo luogo la controversia. Qui interessa rilevare come in un siffatto contesto accanto al nome di Giulio Morosini sia venut fuori quello di Sebastiano Paolo Medici, che sarebbero state le “fonti” di Ariel Toaff. A noi non interessano in particolar modo gli “omicidi rituali ebraici”, se ve ne siano stati o meno in un passato remoto, contemporanei all’epoca in cui le streghe venivano mandate sul rogo, a seguito di un regolare processo della «Santa Inquisizione». Nessuno dubita o contesta che simili roghi vi siano stati, ma per gli omicidi rituali sembra si debba presumere che non vi siano mai stati ed è strano che ne sia preclusa la ricerca anche in negativo. Sia per i roghi che per ogni altra cosa oggi inammissibile pare logico che essi si debbano imputare solo Più che la alle condizioni culturali, politiche e spirituali di un’intera epoca, che li ha prodotti, ma precludere la ricerca storica e la riflessione filosofica intorno ad essi pare una nuova forma di barbarie, tanto più inammissibile quanto i nostri tempi pretendono di essere superiori a quelli in cui simili eventi si sono o sarebbero verificati. Basta considerare quel che avviene in Germania, Francia, Austria... dove una “opinione”, una determinata opinione è considerata “reato” ed è punita con parecchi anni di carcere. No, l’epoca delle streghe e della loro messa al rogo non è affatto finita. È ozioso chiedersi se gli “omicidi rituali ebraici” vi siano mai stati, quando con “Piombo Fuso” di omicidi rituali ne avvengono in ogni momento, a partire almeno dal 1948 e con frange religiose sioniste che teorizzano l’omicidio dei gentili. Israel Shahak ci ha informati di una ortodossia rabbinica, riconosciuta dallo Stato di Israele, che si attiene al principio secondo cui non si possa violare il sabato per salvare la vita di un gentile: l’eccezione è possibile solo se si tratta della vita di un ebreo. Ben sapendo quanto sia diverso il giudaismo di Neturei Karta da quello rabbinico sionista, si possono rintracciare le posizioni di quest’ultimo in quelle criticate e denunciate da autori dimenticati, come Morosini, Eisenmeger, Medici? La nostra ricerca, che si distingue da altre ricostruzione storiche, per la netta distinzione fra “questione sionista”, “questione giudaica” e “questione ebraica”, vuole indagare se il presente può essere spiegato con il passato. Paolo Medici è autore di diverse opere, ma quella di cui ci occupiamo sono i “Riti e costumi degli Ebrei confutati dal Dottore Paolo Medici”, di cui esistono nel tempo diverse edizioni o ristampe, che cercheremo di avere tutte presenti. La prima edizione dell’opera è del 1736 e si colloca in successione temporale dopo la “Via della Fede” (1683) di Morosini, che di Leone di Modena fu “pupillo” e dopo l’«Entdescktes Judenthum» (1700) di Eisenmenger. Quest’ultima opera – forse superiore alle altre per dottrina e vastità – fu però subito tolta dalla circolazione, per intervento degli “ebrei di corte” tedeschi.

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